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Un urlo di dolore

Tanto dolore!

“L'ultimo fu il passero. Non voleva abbandonare il nido, nascosto ai predatori nella biforcazione di un ramo, al cui interno pigolavano i suoi piccoli non ancora capaci di volare.

Svanì con un grido, risucchiato dal cielo nero. Anche il riccio aveva cercato scampo nella tana scavata nella terra, come la lepre. La terra si chiuse sopra di loro.

Terrorizzata, ferita, confusa, mamma cinghiale non riuscì a trovare il varco che l'avrebbe messa in salvo oltre la boscaglia. Separata dai suoi figli roteò su stessa, ascoltando le loro urla, senza vederli. La uccise prima la paura.

Il colubro se ne andò in silenzio, contorcendosi nell'agonia. Nello stesso silenzio caddero gli insetti e i ragni e le farfalle dalle delicate ali variopinte. Le pecore si strinsero insieme, invano. Invano ululò il cane legato alla catena.

Infine la fiamma mi percorse risalendo dalle radici in una vampa, fino alle foglie più alte, consumandomi nel rogo. Avevo vissuto più di cento anni. La mia vita si estinse nell'orrore di un minuto."

Sardegna

Alla fine pagano sempre le creature innocenti... l'uomo è la peggior specie sulla terra

Fonte: Facebook Daniela Pintor


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